ANSIA: COME PREVENIRLA

Mental coach milano - Ansia: come prevenirla

Ansia, è una delle parole che fa più paura di questi tempi, insieme a spread, licenziamenti, tasse.

A causa della crisi di questi ultimi anni e della recessione, nella quale in molti hanno incontrato tante difficoltà, c’è stato un vero e proprio boom nell’acquisto di farmaci per curare i sintomi dell’ansia.

Uomini preoccupati di perdere il lavoro o di non riuscire a tenere a bada i vari stress legati al lavoro e alla famiglia; donne che si sentono “ingabbiate” nei loro ruoli di figlie, madri, mogli, lavoratrici; giovani che devono affrontare quotidianamente prestazioni scolastiche e l’insicurezza del futuro; sono solo alcuni esempi di chi, a volte, viene travolto dall’ansia.

Purtroppo, sembra essere in forte aumento, anche il consumo di antidepressivi tra i ragazzi molto giovani, tra i 12 e i 17 anni… Ma l’età sembra, anno dopo anno, scendere sempre di più.

Sempre più spesso, sento persone che affrontano le loro giornate convivendo con veri e propri attacchi d’ansia, che rendono ancora più difficile affrontare la loro quotidianità.

Io non sono un medico, quindi queste considerazioni hanno il solo lo scopo di soddisfare la voglia di condividerle con te.

Le persone che si rivolgono a me lo fanno per chiedermi un aiuto, per uscire da quei pozzi nei quali sono caduti proprio a causa di quest’ansia. Quest’ansia che loro sentono dentro il proprio corpo, nello stomaco, nella gola, nella schiena.

Io dico sempre a queste persone che sono un coach e che devono parlarne con il loro medico. Poi, aggiungo, che se lo desiderano, possiamo fare un lavoro insieme, per consentire loro di comprendere in che modo si costruisce e si alimenta l’ansia.

Sì, perché a volte, crediamo che basti aggiungere un po’ di acqua fredda nella pentola che bolle per non farla bollire più. Ma è solo questione di tempo, perché da lì a poco l’acqua si riscalderà e riprenderà a bollire. Per cui, bisogna abbassare il fuoco e, se è il caso, spegnerlo. Solo così saremo sicuri che l’acqua smetterà di bollire e si raffredderà.

E’ chiaramente una metafora… Ho verificato che, cercando le vere cause scatenanti del malessere che bollono dentro la persona, questo stato depotenziante viene meno, perché non è più alimentato e, contemporaneamente, si riducono gli attacchi d’ansia, ritrovando così un nuovo equilibrio e di conseguenza un maggiore benessere psicofisico.

E’ ovvio che, per il soggetto interessato, risulta difficile intravvedere quelle sfumature, quei dettagli, che solo un osservatore preparato, come un life coach, può vedere. Perché un quadro lo puoi guardare e analizzare solo osservandolo da fuori e non da dentro, come invece cerca di fare la persona in difficoltà.

Ho potuto constatare che il rimuginare su situazioni che non cambiano, che di fatto vengono subite dal soggetto, fa sì che dopo un po’, la persona non ce la faccia più.

Mi è capitato molte volte di incontrare persone che continuavano a compiere azioni che non le facevano stare bene, spesso solo per soddisfare il loro senso del dovere: alcune portavano avanti una relazione che da anni le faceva soffrire, altre “non riuscivano a mandare a stendere” parenti che invadevano la loro privacy, altre ancora continuavano a subire angherie di ogni genere sul lavoro senza reagire, senza fare nulla.

Ho trovato anche persone che, continuando a preoccuparsi di questo o di quello, immaginavano che le cose sarebbero andate male, e poi peggio. Ho parlato con agenti di commercio che immaginavano di vendere sempre di meno, con studenti universitari che immaginavano esami che andavano sempre male, e con donne che si immaginavano sempre sole, senza un amore vicino.

E così, dopo un po’, uno non ce la fa più e, anziché chiudere il rubinetto che perde, si mette alla ricerca di ciotole più o meno capienti per raccogliere l’acqua, facendo ricorso a farmaci o rimedi naturali per l’ansia.

Io, che non sono un medico, dico: “Parlane con il tuo medico, ma prima guarda che cosa non va nella tua vita e vedi come modificarla”… Altrimenti ti ritroverai a cambiare solo le ciotole per l’acqua.

In base alla mia esperienza, la prima cosa da fare è proprio darsi l’opportunità di guardare le cose da un altro punto di vista, da una diversa prospettiva, e cambiare quello che va cambiato.

Inoltre, non serve continuare ad immaginare le cose sempre in negativo. Tutti aspiriamo ad essere persone felici, di successo. Ma se vogliamo veramente diventare così, dobbiamo ragionare come loro.

E sai come ragiona una persona che ha raggiunto il successo personale? Si immagina sempre, e sottolineo sempre, di sfidare il futuro in modo positivo e, se deve affrontare una prova, si prepara alla sfida. Per cui smetti di preoccuparti e preparati all’azione.

E’ sempre meglio muovere un passo, anche nella direzione sbagliata, piuttosto che rimanere immobili ed infelici tutta la vita.

Osservare le cose da un’altra finestra, dal un altro lato del fiume, ci può aiutare a prendere coscienza di tutto ciò che non si riesce a vedere e che ci fa stare male. Lavorare con un professionista, con un life coach ad esempio, può aiutare la persona in difficoltà a ritrovare se stessa e ad usare le ciotole come soprammobili o per sistemare i fiori in casa…

Con questo approccio, come Life Coach ho aiutato e aiuto molte persone a riprendere in mano la propria vita vincendo l’ansia.

Ti ringrazio fin d’ora se metterai MI PIACE a questo articolo, e se vorrai inserire un tuo commento a questo articolo nella sezione “LASCIA UN COMMENTO” in fondo alla pagina per condividere, con me e gli altri, le tue riflessioni…

 

6 Commenti

  1. Villa Mariagrazia

    Innanzitutto grazie per avermi inviato il suo articolo.
    Concordo con l’efficacia del life coaching piuttosto dell’utilizzo di farmaci.
    Auguro una buona serata.

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  2. Sandra MILANO

    I tuoi consigli sono sempre preziosi. Grazie Pierre

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  3. Andrea GUIDI

    Ricordo quando mi hai insegnato questo cose dal vivo… Beh ora vivo proprio meglio. Thanks PJ

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  4. ada

    La metafora dell’acqua che bolle è alquanto calzante, concordo pienamente in ciò che dici nell’articolo. Continuerò a leggerti nell’attesa di partecipare al tuo prossimo corso di aprile 🙂

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  5. luisella

    Purtroppo certe metafore calzano a pennello…! Farò tesoro dei tuoi suggerimenti.

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  6. Nadia

    Grazie Pierre per i tuoi preziosi consigli,mi piacerebbe imparare ad
    usare le ciotole come soprammobili….

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