Fai il piano ANTI-CRISI – Starbene novembre 2011

Fai il piano anti-crisi - Starbene 2011

FAI IL PIANO ANTI-CRISI

Recessione, deficit, debito pubblico e ovviamente crisi in tutte le salse. Questo “dizionario della sfiga” che dilaga ogni giorno sui Tg, quotidiani e talk show di ogni rete nazionale e locale e rimbalza in Rete come un virus inattaccabile, è un fattore scatenante di malumore. “Non leggo i giornali e non ascolto le news”, dici tu. Bene. Arrivi in ufficio e il tuo collega ti dà il buongiorno: “Sai che quest’anno sono previsti altri tagli?”. Cerchi di riprenderti dall’attacco d’ansia con un caffè al bar e incontri la mamma dell’amichetto di tuo figlio: “Ma ci pensi che i nostri ragazzi non troveranno mai un lavoro?”. Alle 6 arranchi al supermercato e qui trovi una sequenza di “Prendi 2 e paghi 1” degno della Grande Depressione del ’29 (non a caso è stata chiamata così). “E quindi, dov’è la buona notizia” ti stai chiedendo. Come sempre, la soluzione c’è ed è a portata di mano: basta fermarsi un attimo per riuscire a vederla.

A Chiara Saraceno, sociologa della famiglia abbiamo chiesto che cosa sta succedendo. A Pierre Vicari, personal coach della crescita personale, abbiamo domandato come uscire dal loop negativo. Eh sì, perché anche se non sembra, tu puoi cambiare le cose. Su Facebook i ragazzi del movimento Occupy San Francisco hanno pubblicato questa frase: “Se credi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara nella stanza”.

CRISI ECONOMICA: CI LICENZIERANNO TUTTI…

→Il parere della sociologa

“In Italia le donne rimangono una categoria poco tutelata nel mondo del lavoro”, commenta la dottoressa Chiara Saraceno, “perché le resistenze culturali sono ancora molto forti”. Il 30 giugno scorso, tanto per fare un esempio, un’azienda dell’hinterland milanese ha deciso di licenziare solo le dipendenti donne. “Così possono stare a casa a curare i bambini”, si è giustificato il titolare della piccola impresa. “Le donne non vengono ancora considerate delle risorse preziose”, continua la sociologa. “Spesso, pur essendo più serie e preparate, non viene prospettata loro alcuna progressione di carriera e, mediamente, guadagnano meno dei colleghi. Spesso, duole dirlo, sono anche le prime a essere licenziate. Non parliamo poi del trattamento riservato alle più giovani: abbiamo i più bassi salari d’ingresso in Europa. Inoltre, alle laureate vengono applicati più facilmente contratti precari rispetto agli uomini e più raramente passano ad un contratto a tempo indeterminato”.

Che fare: “Le donne devono riprogrammarsi, reinventare la propria vita. Innanzitutto, concedersi più tempo, anche per il lavoro. Una più equa ripartizione dei compiti in famiglia consentirebbe alle madri lavoratrici di non venire sempre penalizzate”, consiglia la Saraceno.” Chi lo dice che sono loro a dover sempre andare a prendere i figlio , fare la spesa, preparare la cena? Inoltre, serve una maggiore flessibilità. A volte, un nuovo ruolo o una mansione diversa può trasformarsi in una sfida stimolante”.

→Il parere del coach

“Sono la prossima che licenziano!”, “Sono stufa di lavorare qui!”, “Nessuno mi stima!”. Se questi sono i tuoi pensieri fissi in ufficio, segui questi consigli per “liberartene”.

“Lo sapevi che il cervello non distingue tra situazioni reali e immaginate?”, ci spiega Pierre Vicari. “Se continui a ripeterti delle frasi svalutative, il tuo cervello se ne convincerà e tu trasmetterai quest’immagine agli altri. “Pre-occuparsi” significa occuparsi prima che le cose succedano (di cui, peraltro, non puoi controllare l’esito). Il risultato è un’inutile reazione ansiogena che alimenta le tue insicurezze. Per iniziare a cambiare, comincia con questi semplici esercizi”.

Step 1: “Migliora la postura. In ufficio, muoviti con accortezza; tieni sempre la schiena dritta e le spalle aperte, soprattutto con i capo o con i colleghi. Quest’atteggiamento comunica ottimismo ed energia”.

Step 2: “Per entrare in sintonia con gli altri (e con il boss), cerca di riprodurre le posture e le posizioni del tuo interlocutore, copiando anche i gesti e le espressioni del suo viso. La somiglianza produce empatia e facilita l’armonia tra le persone”.

Step 3: “Impara ad usare la voce. Adatta il tono, la velocità e il volume a quello della persona con cui stai parlando. Come in un concerto, cerca di accordare il tuo “strumento vocale” modulandolo su quello della persona con cui stai parlando”.

Step 4: “Sfrutta il potere del linguaggio. Individua le “keyword” usate più spesso dalla persona che ti interessa e “rimixale” nel discorso. Fai lo stesso per i modi di dire e metafore. Questo crea complicità”.

CRISI FAMILIARE: LUI VUOLE UN BAMBINO

→Il parere della sociologa

Metter su famiglia oggi è un percorso a ostacoli. “Siamo un Paese che non investe sui servizi. Il nido, la materna, la mensa scolastica (quello che ne rimane dopo i tagli) sono ancora pensati per chi ha un posto fisso”, avverte Chiara Saraceno. “Se entrambi i membri di una coppia lavorano con un contratto cocopro, per esempio, risultano lavoratori autonomi e rientrano delle fasce di reddito più alte. In questo modo, la gestione dei figli spesso ricade sui nonni in pensione, cui spetta a volte il mantenimento dell’intera famiglia”. Così è facile che i giovani (e soprattutto gli uomini) si spaventino all’idea di allargare il nucleo familiare.

Che fare: “I contratti a progetto devono prevedere “orari a progetto” (non a tempo indeterminato)”, precisa Chiara Saraceno. “Bisogna riorganizzare il tempo della famiglia in modo efficiente”. Creando nuove catene di solidarietà, per esempio: si fa a turno con la vicina per andare a prendere i bambini a scuola o in palestra. Si dividono i costi per la baby sitter o si spalmano le ripetizioni su più famiglie.

→Il parere del coach

“Un figlio adesso? E’ da incoscienti. E che futuro potremmo dargli?” Nei periodi di crisi è abbastanza normale farsi prendere dall’ansia di quello che ci aspetta.

“Quando capita, ciò è dovuto al fatto che, probabilmente, l’emisfero destro del cervello (la parte più istintiva che regola le emozioni)ha preso il sopravvento”, spiega Pierre Vicari. “Allora, dobbiamo ritrovare una maggiore integrazione con la parte sinistra che governa la razionalità e la logica.

Per far “parlare” meglio queste due aree (soprattutto in un momento in cui non riesci a trovare la soluzione a un problema difficile) fai l’esercizio dell’infinito con le lettere”: scrivi più volte il segno dell’infinito (un otto in orizzontale) e poi, senza staccare la penna dal foglio, scrivi più volte le lettera A in corsivo. Adesso trascrivi tutte le lettere dell’alfabeto. Alla fine dell’esercizio ripensa alle tue questioni insolute e scopri che cosa succede”.

CRISI FAMILIARE: I MIEI FIGLI NON AVRANNO MAI UN POSTO FISSO!

→Il parere della sociologa

Un’assunzione a tempo indeterminato oggi appare come un miraggio. Non parliamo poi della pensione, una chimera irraggiungibile. “I genitori di oggi hanno una vita più difficile di una volta” spiega Chiara Saraceno, “perché, oltre a dover lavorare per un tempo più lungo dei propri genitori, devono mantenere i figli per un periodo non ben precisato. Il nostro codice civile è l’unico che prevede il mantenimento ad oltranza della prole, un’assoluta anomalia in Europa. Vale a dire che se tuo figlio è senza lavoro, anche a 40 anni per esempio, sei obbligata a mantenerlo senza limiti d’età, finché non diventa economicamente autonomo.

Che fare: “I ragazzi devono entrare in un’ottica diversa rispetto alla nostra”, continua la psicologa, “Devono utilizzare la famiglia come volano per cogliere tutte le opportunità disponibili, come master, borse di studio e soggiorni all’estero”. Inoltre, vanno responsabilizzati perché hanno troppo: conquistare i propri desideri li aiuta a crescere e a capire “che cosa vogliono fare da grandi”. Piccoli impieghi estivi, lavori umili, servizi di volontariato possono servire a rinforzare le loro motivazioni profonde.

→Il parere del coach

I pensieri ossessivi sono sempre inutili. Se poi non ci appartengono neppure, sono addirittura un retaggio velenoso da cui è difficile liberarsi. “Hai mai pensato a quanto ti hanno influenzato i tuoi genitori nella formazione del tuo carattere? Se potessi scegliere tra un impiego sicuro ma noioso e un lavoro creativo ma flessibile, cosa preferiresti per tuo figlio?”, avverte il coach. “Non è che ti stai comportando come i tuoi genitori hanno fatto con te senza saperlo?”.

“Per capire quali sono i tuoi bisogni profondi, fai così: prendi un foglio e comincia a scrivere l’elenco delle tue priorità”, consiglia Vicari, “poi rifletti attentamente su ogni voce e riuscirai a capire che cosa vuoi veramente”.

 

Articolo pubblicato sulla rivista “STARBENE”, agosto 2011, testo di Lorenza Guidotti.

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