Mi permetto di darti del tu, perché tra persone coraggiose ce lo possiamo permettere. Noi siamo qui, insieme, in questo momento, nel corso di questa manifestazione culturale, amici delle parole pronunciate o scritte, ed io scelgo di avvicinarmi a questo argomento, prudentemente, “in punta di piedi”, perché credo che il coraggio sia come l’amore…, se ne parla troppo, ma ne conosciamo troppo poco.
Se ognuno di noi, chiedesse al proprio vicino – proprio alla persona che ci è accanto ora – di dirci qualche nome di persone coraggiose, sono certo che verrebbero fuori i nomi di esseri umani famosi che hanno contribuito, con le loro azioni e con il loro pensiero, a dare “una svolta”, un “grande contributo” alla società, all’umanità.
Se però, anziché porre questa domanda, ci si fermasse a guardare il nostro vicino negli occhi, lì nella profondità di quegli occhi, ognuno di noi vedrebbe una persona potenzialmente coraggiosa.
Dico questo, perché credo che in realtà, il coraggio si esprima soprattutto nelle piccole cose quotidiane, nei piccoli gesti che facciamo tutti i giorni.
Ognuno di noi, vive in quella che in coaching viene chiamata “la zona di comfort”, quell’insieme di abitudini, di amicizie, di luoghi in cui viviamo, di cose che “facciamo” e di cose che “non facciamo”, che ci fanno sentire “tranquilli”, a nostro agio e visto che la “tranquillità” è uno dei bisogni primari dell’uomo, noi siamo disposti a sacrificare qualcosa, che potenzialmente ci potrebbe far star bene, pur di sentirci tranquilli. Ma questo non significa stare bene, o andare incontro alla gioia e alla felicità di vivere. Ci si richiude, infatti, in abitudini, in orari, in una modalità che spesso ci fa “sopravvivere”, che inevitabilmente, prima o poi, ci presenterà il conto. Aggiungo poi, che molto spesso le paure, le credenze, i valori che limitano la nostra capacità di prendere veramente in mano la nostra vita, ci arrivano dai nostri genitori, che inconsapevolmente e in buona fede, le hanno ricevute in dote a loro volta dai loro; poi, prese per buone, le hanno passate a noi. Così, per esempio, spesso ci sono persone che sono timide nei confronti delle altre, chiuse, timorose, sospettose, solo perché magari hanno continuato a sentirsi dire: “Fai attenzione, le persone vogliono sempre fregarti”, Il denaro è una cosa sporca”, “La vita è fatta solo di sofferenze”.
Hai mai sentito frasi di questo genere o similari?
Qualcuno potrebbe chiedersi in questo momento: “Cosa c’entra tutto questo con il coraggio?”. C’entra, c’entra… Perché se ti viene chiesto di uscire fuori dalla tua zona di comfort, ti pervade un senso di insicurezza e ti viene voglia di ritrarti, di tornare indietro nelle tue abitudini, che spesso non ti fanno stare bene.
Quante volte ti è capitato di voler fare qualcosa e di non farla solo perché “non è una cosa abituale per te?”. Quante volte non volevi fare una cosa “ma visto che si è sempre fatto cosi, si deve fare così”.. e lo hai fatto comunque? E dove si è fatto sentire il disagio nel tuo fisico? Hai avuto problemi di stomaco? Male alla schiena? Cervicale? Insonnia? Ansia? Sì?
Io credo che avere la forza e il coraggio di “sapersi ascoltare”, di “ascoltare i propri bisogni”, la forza di dire qualche volta di no”, uscendo dalla nostra zona di comfort, andando coraggiosamente incontro ad un disagio momentaneo, piccolo o grande che sia, con davanti la meta di un benessere più grande, sia una grande prova di coraggio che noi possiamo dare a noi stessi.
In questo, le nostre emozioni sono di grande aiuto.
Immagina il tuo navigatore satellitare dell’auto. E’ molto utile, ma cosa devi fare per prima cosa? Impostare la destinazione. Successivamente il navigatore calcola il tragitto, e può capitare che tu non stia attento, che sbagli strada. Allora lui ricalcola il percorso e non succede nulla, si riprende il cammino… Le emozioni sono, secondo me, il nostro navigatore satellitare e se, con coraggio, le sapremo ascoltare, riusciremo a prendere in mano la nostra vita.
Solo che, per prima cosa, dobbiamo chiederci cosa vogliamo. Prova a rispondere ora a queste due domande? Dove vuoi andare? Cosa vuoi veramente per te? Cosa desideri nel tuo intimo?
Ma per porsi delle domande dobbiamo prenderci proprio del tempo….
Quanto tempo stai prendendo per te? Quante volte ti dai l’opportunità di fermarti in silenzio ad ascoltarti? Poco? Perché forse corri sempre dietro a questa o a quella cosa da fare? Perché lo fai tutti i giorni? Perché sei abituato così?
Esci dalle tue abitudini, cerca quello che vuoi. Chiediti ciò che desideri. Alza l’asticella del tuo benessere, nei hai diritto. La vita ti verrà incontro, facendoti trovare, proprio fuori dalle tue abitudini, dal solito modo di vivere, quello che ti serve per stare meglio. Può trattarsi di nuove amicizie, di un nuovo lavoro, di nuovi interessi, di un nuovo amore.
Sì, se è quello che vuoi, ne hai diritto. Ma non puoi aspettarti che ti venga incontro da solo. Ci vuole appunto il “coraggio” di andargli incontro, il “coraggio” del primo passo, il coraggio del secondo, del terzo e così via, passo dopo passo.
Appena deciso di intraprendere un viaggio verso il nuovo, si presenteranno nella tua mente le paure, i tentennamenti, sotto forma di una vocina che potrebbe dirti: “Ehi, non si può, non puoi fare cosi. Non te lo meriti! Cosa penseranno gli altri? Cosa diranno? Cosa rischi? Cosa ci rimetti?
Pensi che le persone coraggiose che tutto il mondo conosce, si sono poste queste genere domande? O semplicemente “con coraggio” hanno perseguito fino in fondo il loro obiettivo, passo dopo passo?
Non temere, quelle vocine, quelle paure sono solo i tuoi auto-sabotaggi che si mettono all’opera.
Prova a pensare a quante cose ti spaventavano una volta, all’inizio… e pensa come le fai oggi, in modo inconscio. E’ solo questione di abitudini, sì… di nuove abitudini utili per te.
Quando usciamo dalla nostra zona di comfort, ad una prima sensazione temporanea di disagio, si sostituisce una sensazione duratura di forza, di tenacia, che ti permetterà poi di affrontare la vita in modo nuovo, con più coraggio appunto…
Come avevo premesso, mi sono approcciato “in punta di piedi” ad un coraggio possibile, sperimentabile e vivibile tutti i giorni. A volte traguardi percepiti “troppo” ci bloccano… troppo grandi, troppo ambiziosi….
Volevo portarti a riflettere, su quello che piace definire un “coraggio Kaizen”.
Il Kaizen è una metodologia giapponese di miglioramento continuo, giornaliero, passo a passo, che coinvolge l’intera persona o azienda. Il termine Kaizen, infatti, è la composizione di due termini giapponesi: KAI (cambiamento) e ZEN (meglio).
Credo che riuscire a portare un po’ di coraggio, con un piccolo passo dopo l’altro, ti porterà in vetta, in qualunque vetta tu voglia raggiungere.
Voglio concludere queste riflessioni, ringraziandoti per essere qui con me, insieme a queste parole, per aver condiviso un piccolo pezzo del tuo cammino insieme a me, e a tutte le persone che sono qui ora.
Ti voglio lasciare con una storiella, che ha come protagonista una rana.
Un giorno una rana, per caso cadde in un grosso contenitore d’acqua fredda. La rana incominciò a nuotare pigramente e infreddolita. Ad un tratto sotto il contenitore venne acceso un fuoco, l’acqua si scaldò, dolcemente, è divenne molto piacevole per la rana nuotare lì. L’acqua poi si scaldò sempre di più…. La rana incominciò a sentire che l’acqua incominciava a diventare troppo calda, ma per pigrizia non fece nulla, si intorpidì.. e poi morì, bollita.
A volte dobbiamo avere il coraggio di tenere gli occhi aperti per vedere che le situazioni cambiano… a volte siamo fregati dalla stessa pigrizia della rana, o dalle paure.
Osho ha scritto che “Il coraggio non è assenza di paura, ma la “totale” presenza di paura, con il coraggio di affrontarla”.
Affronta la tua vita con fiducia e con coraggio.
Il coraggio è nel tuo respiro.
Ciao donna/uomo coraggioso……
Intervento di PJ VICARI in occasione della manifestazione letteraria BABEL 2011
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