Anche nello sci alpino il supporto dello sport coaching, può fare la differenza per migliorare in modo decisivo le prestazioni sportive.
Proprio perché, anche nello sci, è fondamentale una grande concentrazione, l’aiuto che il mental coach può dare all’atleta è un jolly che quest’ultimo può giocare per migliorare i suoi risultati sportivi.
Molti atleti mi raccontano di come, prima della gara e a volte già la sera prima, si sentano nervosi, pensierosi, e di come questa tensione si ripercuota poi sulla bontà del loro sonno.
Altri mi spiegano di come vengano presi da una sensazione di stress fortissimo, che si traduce poi in un respiro affannato e faticoso, quando si stanno per avvicinare al cancelletto di partenza.
Ma questi sono solo alcuni esempi di come gli sciatori, e gli atleti in generale, spesso subiscano il pre-gara.
Le sedute di sport coaching servono all’atleta proprio per comprendere come sfruttare invece in positivo questa fase che precede l’evento sportivo vero e proprio.
Mediante sofisticate tecniche di mental coaching, il coach insegna all’atleta a costruirsi una strategia vincente personalizzata, che funge da vero e proprio turbo per l’atleta stesso, che lo predispone ad arrivare al cancelletto al massimo, pronto per sprigionare tutte le sue potenzialità.
Inoltre, sempre all’interno delle sessioni di sport coaching, sfruttando alcuni meccanismi del cervello, l’atleta, grazie al supporto del mental coach, crea quelle condizioni ottimali per prepararsi a migliorare le sue prestazioni, e anche a vincere.
Non smetterò mai di dire che allo sciatore serve una buona tecnica e un’adeguata preparazione fisica per vincere nello sci alpino. Ma non basta… Sono due elementi fondamentali ma da soli non sono sufficienti. Così come l’ago e il filo sono fondamentali per cucire, ma da soli non servono. Serve la mano che li sappia unire… Questo è il ruolo del mental coach: insegnare all’atleta a sfruttare proprio la sua parte mentale, per creare una mentalità vincente.
Il limite vero delle nostre performance siamo noi stessi. E’ quanto crediamo di poter salire in classifica che fa la differenza. La nostra mente può farci superare i nostri limiti o costruire limiti invalicabili.
Spesso ci si concentra su quello che lo sciatore vive razionalmente, dimenticando tutto quello che accade nel suo inconscio; quell’inconscio che ricorda le gare precedenti, le sensazioni della sconfitta, le cadute precedenti.
Ricordo un ragazzo che era caduto facendo un salto in discesa libera e non riusciva più a gareggiare al massimo, perché si portava quella caduta nella testa e nella gamba, la quale aveva subito un forte trauma. E su quella gamba, quando doveva caricare si sentiva proprio meno sicuro.
Grazie a sessioni di sport coaching siamo riusciti, mediante sofisticate tecniche di mental coaching, a cancellare dalla memoria quell’evento. Oggi quell’atleta affronta i salti con la tranquillità di un tempo e si sente sicuro su tutte e due le gambe.
Come sempre, ricordo che il mental coach non si sostituisce alla figura del tecnico o del preparatore atletico, in primis perché non ha competenza in quei campi. Si limita a fare bene quello che sa fare bene: insegna all’atleta ad allenare la mente, che è quella che può fare la differenza, a parità di qualità tecniche e preparazione atletica.
All’atleta spetta imparare i segreti dello sport coaching, per entrare in quello “stato mentale indispensabile” per vincere nello sci alpino.
Verissimo quello che hai scritto… Perché io l’ho vissuto veramente..Grazie di tutto Pierre